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Le perdite idriche sotterranee rappresentano una delle principali sfide per i gestori del Servizio Idrico Integrato. Individuarle è spesso difficile, costoso e invasivo.
Un recente progetto propone una soluzione avanzata: un sistema di rilevamento perdite basato sulla tecnologia SAR (Synthetic Aperture Radar), capace di identificare l’umidità nel sottosuolo fino a 40 metri di profondità, anche nelle aree più difficili da raggiungere, senza bisogno di scavi o interventi distruttivi.
Il radar SAR applicato alle reti idriche
Il Synthetic Aperture Radar emette impulsi a microonde che penetrano nel suolo; l’eco di ritorno, elaborato con algoritmi avanzati, disegna un “tomogramma” capace di individuare variazioni di umidità.
Sviluppata dal Technology Innovation Institute di Abu Dhabi, questa innovazione sfrutta le onde radar per penetrare nel terreno e identificare zone di anomalia, tipicamente associate a perdite d’acqua.
Tra i principali vantaggi:
- Rilevamento profondo e non invasivo – fino a 40 metri di profondità senza interventi distruttivi, anche in aree difficili da raggiungere;
- Rapidità di diagnosi – le perdite vengono localizzate in ore anziché settimane, con notevole risparmio sui sopralluoghi in campo;
- Riduzione dei costi operativi – meno scavi e meno interruzioni;
- Minore impatto ambientale e sociale – Interventi puntuali e circoscritti riducono rumorosità, traffico e sospensioni del servizio idrico.
Si tratta di un esempio concreto di come le tecnologie nate in ambito aerospaziale possano diventare strumenti preziosi per l’efficienza delle reti, la riduzione delle perdite e la sostenibilità operativa dei gestori.
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